Nota di Anna Maimone tratta dal libro CHARYBDIS
Filippo Giordano è nato a Mistretta, dove opera nel campo sindacale.
Dal suo particolare e in un certo senso privilegiato punto di osservazione, dal suo innevato angolo di mondo, il poeta può osservare che poco è apparentemente mutato al suo paese: Oggi le case sono quasi quelle / ma l’uomo
è un balenio dentro la selva. In questa crudele corsa alla morte che leggiamo continuamente nella vita degli uomini e che raggiunge e qualche volta rischia di travolgere i vicoli del mondo, l’uomo resta per Giordano una luce, anche
se sempre più labile e provvisoria, un balenio.
In una condizione esistenziale di ansia, (l’ansia
che ci tormenta), di positivo resta solo il breve spazio chiuso da due anime / che incontrandosi si stringono la mano o il mistero che ci spinge sull’erba.
Per Giordano la natura non è mai scenario, sfondo, né atmosfera che inviti all’idillio, ma (e qui c’è, a mio avviso, tutta la modernità dell’autore) unica dimensione, ordito sapiente a cui riportare tutte le esperienze,
anche quelle della storia. Così il seme di girasole, i solchi, l’aratro, la cicala, la formica, prima di essere simbolo, sono espressione di una realtà concreta. Quando la storia fa capolino (e non mi sembra che siano momenti isolati o
casuali), è la storia senza potere, la miseria e i sogni plutonici dell’immediato dopoguerra (monili e monete da dovere / scoprire da soli a mezzanotte), la protesta dei disoccupati di Palermo, le donne riunite in assemblea per
ricordare l’otto marzo. Per dire questo, il poeta fonde con accostamento particolarmente felice in un gioco di assonanze e allitterazioni il ritmo e il linguaggio degli slogans con i ritmi e le intonazioni proprie di certa poesia popolare: pane
povero senza casa / povera casa senza pane / pane al pane vino al vino.
In questa concreta visione del mondo,
la meditazione temporale sull’infinito si risolve in un gioco di “se fosse”, in cui un sabato fra miliardi d’altri giorni sarebbe uno zero fratto niente, mentre il sogno inconfessato è quello che s’alzi
dal villaggio la colomba / nascosta dentro il nido della torre, / aereo filo raccolto chissà dove.
Anna Maimone
Charybdis,
antologia di
poesia messinese del novecento
Intilla editore, Messina 1995